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RELAZIONE SULL’INTERVENTO DELLA AVae-m ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE CONTRO 41 BIS E TORTURA TENUTASI AL LABORATORIO RIVOLUZIONARIO GATTO SELVAGGIO DI ROMA, Vicolo di villa Berta 1, il 1° ottobre 2006.

(ins.nel sito 29-10-2006)

 

Nell’intervento all’assemblea del 01-10-2006 svolto dall’AVae-m esposte in sua rappresentanza dal compagno anarchico Michele Fabiani, si è tentato di ricondurre ad una sintesi le diverse posizioni presenti nel dibattito, affermando che da un lato c’era chi sosteneva che lo stato e il capitale usano la repressione per difendersi dall’attacco dei rivoluzionari, mentre dall’altro chi era convinto che non si potesse lottare solo nella difensiva come le organizzazioni di sola solidarietà alle vittime della repressione. Nel tentare di fare chiarezza si è detto che certamente lo stato non reprime con il solo scopo sadico di fare del male ai proletari, anche se il sadismo gratuito può essere una caratteristica dei soggetti che applicano fisicamente la tortura, ma in generale per difendere il proprio interesse politico ed economico. Si è quindi affermato che noi dobbiamo lottare soprattutto per battaglie “positive” di attacco a questo sistema di tortura carceraria, politica e sociale, e non solo “difensive” in solidarietà con chi ne è stato vittima. E’ stato, al contempo, aggiunto che però, una volta attaccato il sistema, non possiamo abbandonare coloro i quali delle ritorsioni dello Stato sono rimaste vittime.

Qui si apre quindi uno spaccato, voluto proprio dalla borghesia, una divisione mistificante tra chi separa il continuare a lottare contro questo stato da chi “invece” solidarizza con le vittime. L’ opinione espressa da Fabiani per l’AVae-m è che nessuna delle due posizioni sia adeguatamente corretta o completa, ma che occorre trovare il giusto punto di equilibrio con un’elasticità mentale propria di ogni scienziato, di ogni materialista e di ogni rivoluzionario.

Per dimostrare che le due scelte (lotta di classe contro lo stato borghese torturatorio e repressore, e solidarietà “difensiva”) non sono antitetiche è stato riportato l’esempio della tortura tecnologica, di cui appunto l’associazione si occupa.

E’ stata presentata l’Associazione Vittime armi elettroniche-mentali all’assemblea, che peraltro già conosceva bene l’Associazione avendo partecipato a più nostre iniziative, cercando di informare nel breve tempo di un intervento la grave situazione di controllo e tortura non solo fisica ma anche tecnologica oggi esistente nel nostro paese.

Una situazione aggravata dall’uso di armi ad alta tecnologia, armi che sono così sofisticate da risultare fantascientifiche ai più che non credono nell’esistenza, provata, di queste forme di tortura. Probabilmente la maggior parte delle probabili migliaia di vittime di questa tortura neanche si rendono conto di questa situazione e impazziscono, si suicidano o si ipotizza diventino a loro volta dei torturatori.

Proprio il caso eccezionale della tortura tecnologica deve servire come esempio che difesa e attacco al sistema non sono campi separati. E’ chiaro infatti che se da un punto di vista umano è moralmente indispensabile schierarsi al fianco di chi subisce questi gravissimi abusi, da un punto di vista politico divulgare questi dati rappresenta un immenso pericolo per il sistema stesso.

 

(Relazione scritta da Michele Fabiani)